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Marco Florio Psicologo e
Specializzando in Psicoterapia
Supporto psicologico, Psicosomatica, Consulenze di Coppia
e Coaching Motivazionale a Milano
via Camillo Hajech, 10
20129 Milano (Mi)
Telefono: 329 42 19 440
Email: info@marcoflorio.it

Chi sono
Laureato in Psicologia per il Benessere e l’Empowerment all’Università Cattolica di Milano, iscritto all’ordine degli Psicologi della Lombardia n.21675, attualmente sono specializzando in psicoterapia ad orientamento junghiano presso il Centro Italiano di Psicologia Analitica. Ho frequentato i corsi di formazione base e avanzato di Colloquio Motivazionale presso l’Associazione Italiana Colloquio Motivazionale e ho conseguito il master in Psicologia Psicosomatica delle Culture del Sacro presso l’Istituto di Psicosomatica Integrata. Ho collaborato con l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica e l’Ospedale San Carlo di Milano; attualmente collaboro con il Centro Clinico per la Cura e la Ricerca Psicologica e il Servizio di Urgenza Psicologica di Milano. Quale il file rouge che collega tutte queste esperienze? La consapevolezza che benessere non significa solo assenza di sofferenza e che, viceversa, il dolore non impedisce il benessere, ma spesso anzi finisce per esserne inevitabile premessa. In sintesi, che siamo molto più di quello che pensiamo di essere e che tale cammino di conoscenza di sé è un compito che siamo chiamati ad assumerci per tutta la vita.



"Ahimè che grave errore Asclepio: che tu consideri vuoto proprio ciò che è invece assolutamente pieno e colmo.”
Corpus Hermeticum

Servizi e Interventi
I Servizi del dott. Marco Florio
Psicologia, Psicosomatica, Consulenza di Coppia e Coaching Motivazionale

Ritrova il tuo equilibrio
La vita è un gioco di contrasti: bianco/nero, luce/ombra, coscienza/inconscio, gioia/dolore e via dicendo. In un certo senso, i problemi insorgono proprio quando ci dimentichiamo questa regola fondamentale e ci ostiniamo a dare spazio a un unico lato di noi, negando l’altro: un’emozione che non possiamo o non vogliamo mostrare (talvolta prima di tutto a noi stessi), una condotta che vorremmo ma non possiamo adottare, una vita che desidereremmo ma non possiamo vivere. Addirittura, si può negare talmente bene l’altra parte da scordarci che esista. Ma la vita non segue le logiche della ragione e se non ci ascoltiamo, inevitabilmente quell’altro lato di noi tornerà a farsi sentire, spesso sotto forma di sintomo, talvolta parlando anche attraverso il corpo. Problematiche come attacchi di panico, depressione, disturbi alimentari e altre, oltre al potente carico di sofferenza che comportano, implicano anche un importante messaggio: capirne la causa è quindi fondamentale, ma più vitale ancora è comprenderne il significato intimo, le profonde connessioni con la nostra persona, la direzione che siamo chiamati a dare alla nostra vita per evitare che il sintomo sia l’unico modo che abbiamo per esprimerci e per ricordarci di noi.

Supporto psicologico
Diceva Jung che i problemi più grandi della vita sono tutti insolubili. Non possono quindi essere risolti, ma solo superati. Cosa significa? Significa che non possiamo pensare di risolvere i nostri problemi mantenendo inalterati tutti quegli aspetti di noi e della nostra vita che hanno contribuito a costruire il contesto in cui quel problema si è presentato. Motore della guarigione, qualunque cosa questa significhi per ciascuno di noi, non può che essere il cambiamento, inteso come un’acquisizione di consapevolezza che ci porti al di là del problema. Per fare questo si partirà insieme dalla questione centrale portata dalla persona (ad esempio un sintomo psico-fisico, un problema relazionale, una questione lavorativa, un lutto) e si cercherà di comprendere insieme il senso più profondo che questa cela dietro la sua urgenza e la sua concretezza, alla ricerca di quell’aspetto di sé o della propria vita che ha contribuito a far si che diventasse insolubile e costruendo insieme una nuova narrazione che permetta di andare oltre.

Consulenze di coppia
Le relazioni, come gli individui che le animano, non sono statiche e date una volta per tutte, ma cambiano e si sviluppano nel tempo. Questi cambiamenti possono essere influenzati da contingenze esterne, ma spesso ci accorgiamo che al di fuori nulla è cambiato, eppure tutto è diverso. Ci chiediamo perché e spesso finiamo col colpevolizzare l’altro pensando “Se io non mi sento cambiato/a, allora è colpa sua”. Ma per parlare di vera relazione, dobbiamo presupporre che alla base vi sia vera coscienza, ovvero che non vi siano zone di inconsapevolezza che finiscono per limitare la libera espressione del legame. Che cosa significa questo? Che spesso finiamo per dare per scontato che la psicologia dell’altro sia uguale alla nostra, che una cosa evidente per noi lo sia anche per lui/lei, che ciò che è problema per noi lo sia per lui/lei. E quando ci rendiamo conto che non è così, soffriamo. Soffriamo perché ci accorgiamo che l’idea che ci eravamo fatti del partner non corrisponde alla realtà. Una presa di coscienza implica sempre dolore, è vero, ma questo non significa necessariamente che la relazione sia destinata a finire. Se si squarcia il velo dell’inconsapevolezza, infatti, se si smette di dare per scontato l’altro e si impara a conoscerlo per quello che è e non per quello che vorremmo fosse, possono aprirsi nuovi spazi, nuovi significati anche all’interno della relazione stessa, non per forza al di fuori. Insieme potremo cercare di capire cosa sia cambiato nel rapporto, che cosa questi cambiamenti dicono di ciascuno dei membri della coppia e come sfruttare al meglio questa possibilità di evoluzione che la crisi (termine che deriva dal verbo greco krino che significa separare, ma anche discernere e quindi scegliere, valutare con attenzione) porta con sé.

Coaching motivazionale
Talvolta accade che non sia un sintomo o un problema specifico a suggerirci che è necessario cambiare qualcosa nella nostra vita. Semplicemente sentiamo l’esigenza di crescere, di evolvere, di adottare una nuova prospettiva, eppure avvertiamo che per portare a compimento i nostri propositi manca qualcosa: motivazioni chiare (ma dopo tutto perché dovrei cambiare?), la consapevolezza di quali comportamenti si devono mettere in atto, un obiettivo specifico (dove voglio arrivare esattamente?). Tutti questi elementi corrispondono a fasi diverse del processo di cambiamento e ciascuna richiede un’attenzione specifica: se non sai da dove parti difficilmente potrai capire dove puoi arrivare. Insieme, potremo capire a che punto sei nel tuo personale percorso di evoluzione e mettere a fuoco quei punti fermi che ti consentiranno di andare avanti. Tutto questo verrà fatto con il supporto del colloquio motivazionale, un particolare stile di comunicazione orientata all’obiettivo che consente di mettere al centro la persona, che diventa così vero motore di tutto il percorso.
“Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino.”
Carl Gustav Jung

Orientamento
Consulenze in
studio da 60€
L'approccio del dott. Marco Florio
Psicologia, Psicosomatica, Consulenza di Coppia e Coaching Motivazionale
La Psicologia Analitica nasce e si sviluppa nei primi decenni del Novecento ad opera del suo fondatore Carl Gustav Jung. Inizialmente sostenitore di Freud e della sua Psicoanalisi, Jung si separerà dall’amico/mentore perché deciso a esplorare la psiche ben oltre i ristretti ambiti che la teoria della sessualità, impianto base della dottrina psicoanalitica, era in grado di garantirgli.
Diversi sono i principi portanti della vastissima produzione junghiana: l’Inconscio Collettivo, gli Archetipi, i Complessi, l’Ombra e tanti altri. Il concetto che però in questa sede mi preme di sottolineare, perchè costituisce il fulcro del mio approccio nel lavoro di supporto e consulenza psicologica, è quello di simbolo.
Per simbolo si intende qualcosa di ben diverso dal segno: quest’ultimo infatti è qualcosa che sta al posto di qualcos’altro, perfettamente riconoscibile mediante ragionamento ed indagine. Il simbolo invece è la migliore formulazione che la psiche ha per designare qualcosa di sconosciuto, ma la cui presenza è riconosciuta.
Questa diversa impostazione ha immediate ricadute sulla clinica: mentre il sintomo concepito come segno non è altro che un effetto perfettamente riconducibile ad una specifica causa, assumere un atteggiamento simbolico di fronte al sintomo significa spostare lo sguardo dal passato al futuro, perché fine della terapia non è tanto scoprire la causa recondita del male, quanto piuttosto la finalità intrinseca e al momento insesprimibile (se non appunto per via simbolica) che nasconde. Cosa significa questo? Che nel cammino di supporto psicologico che ti propongo andremo sicuramente insieme a cercare di spiegare il perché è insorto un certo problema, ma vero focus del percorso sarà comprenderne il senso e quindi rispondere alla domanda “A che scopo questo problema ha colpito proprio me? Che messaggio mi sta dando? Che direzione voglio dare alla mia vita?”.
L’atteggiamento simbolico non è dato, ma qualcosa che va costruito e ri-costruito nel tempo perché l’uomo ha dimenticato che cosa sia il simbolo e nel corso dei secoli ha finito per privilegiare sempre di più il segno, la concretezza: se prima un sasso poteva essere la dimora di un dio, ora è solo un pezzo di pietra sulla strada. Ovviamente non sto dicendo che risolvere i propri problemi equivalga a mettersi a parlare con gli oggetti, bensì che di fronte alle cose che ci capitano siamo chiamati prima di tutto a interrogarci sul loro significato profondo, un significato che parla direttamente a noi e dice di noi: un sintomo può essere visto come qualcosa che ci cade addosso e che non ha nulla a che fare con noi, il pezzo di pietra che incontriamo sulla strada, oppure come una nuova possibilità di crescita e consapevolezza di sé, la dimora del dio.
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"Che cosa ci giova infatti, indagare nel modo più sottile la natura di tutte le cose e comprenderla adeguatamente, se poi non capiamo noi stessi?”
De Spiritu et Anima

Pillole di psicologia
Pillole di psicologia del dott. Marco Florio
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“Perseveranza nel mutamento, questo è il segreto dell’eternità dell’universo.”
I Ching

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“Riconoscenti persino verso le penose necessità e la malattia ricca di mutamenti poiché essa ci affrancò sempre da qualsiasi regola e dal suo pregiudizio.”
Friedrich Nietzsche

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